Recensione Ninja Gaiden 2

Ninja Gaiden è uno di quei nomi che hanno fatto la storia dei videogiochi; dall'ormai lontano 1988, il titolo Tecmo racconta le vicende della famiglia Hayabusa (Ken, Ryu e Joe) impegnata nelle faccende tipiche dei ninja...demoni, spade magiche, duri allenamenti, ma anche complotti improbabili che coinvolgono CIA, forze del male e clan di cupidigia e malvagia inusitata.
Si parte, come detto, dal 1988 con la versione arcade, poco più che un beat'em up in stile Double Dragon, per poi continuare con una trilogia su NES e un paio di altre iterazioni seguenti su Game Gear e Master System.
Le conversioni di questi titoli si sono poi sprecate su varie macchine: Commodore 64, Amiga, Pc Engine, Atari Lynx e anche PC.
L'inizio del periodo "moderno" possiamo fissarlo nel 2004 con l'uscita di Ninja Gaiden per Xbox poi seguìto da Ninja Gaiden Black (lo stesso gioco con contenuti aggiuntivi) e da Ninja Gaiden Sigma, reiterazione dell'originale per Playstation 3 e in alta definizione.
Il 2004 segna anche il passaggio al team di sviluppo Team Ninja capitanato dall'ormai conosciutissimo Tomonobu Itagaki, una sorta di icona per il mondo dello sviluppo videoludico.

E' arrivato quindi ora il momento del seguito di Ninja Gaiden per Xbox e l'attesa si è fatta decisamente febbrile visto che siamo di fronte a uno dei titoli più attesi del 2008 che sta facendo parlare di sé in maniera forse anche eccessiva.
Team Ninja e lo stesso Itagaki si sono mostrati fiduciosi sulle qualità della loro nuova creatura e tutt'altro che timidi nel raccontarne i pregi e le varie caratteristiche; magazine italiani di prima importanza riportano interviste con il game designer giapponese che è ormai diventato una star del settore.
Iniziamo subito col dire che i fan della serie sembrano essere gli obiettivi principali di questo seguito; la formula di gameplay è infatti rimasta pressochè immutata condita con qualche innovazione e con poche novità tese più ad affiancare la classica squadra vincente piuttosto che a rivoluzionarla.
Combattimenti continui, spettacolarità, tanto sangue, mosse acrobatiche, pochi (e semplicissimi) puzzle, armi e abilità da sbloccare e recuperare e scontri feroci con boss di fine livello costituiscono ancora la formula base del titolo Tecmo.