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 Recensione Secret Files: Tunguska

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eze-pocho95

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MessaggioTitolo: Recensione Secret Files: Tunguska   Recensione Secret Files: Tunguska Icon_minitimeSab Mag 31, 2008 1:32 pm

Correva l'anno 1908. Nella notte del 30 giugno la regione siberiana venne scossa da una violenta esplosione, udita fino a mille chilometri di distanza. L'onda d'urto fu talmente potente da far quasi deragliare un treno che viaggiava pacifico sulla Transiberiana, 600 chilometri più in là del punto d'impatto. L'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un meteorite. L'evento di Tunguska, così viene oggi chiamato, è stato e continua a essere oggetto di ricerche e studi. E com'è naturale anche di ipotesi fantascientifiche: alieni, buchi neri, esperimenti. Con Secret Files: Tunguska gli sviluppatori di Fusionsphere Systems ci raccontano il loro punto di vista.
Pubblicato su PC nel 2006, Secret Files: Tunguska appartiene a quello che è a tutti gli effetti un genere ormai abbandonato. Sono lontani i tempi di Monkey Island, The Dig e Broken Sword; le avventure grafiche fanno parte di un'altra epoca storica. L'evoluzione del videogioco ha preferito loro altri generi, ha posto l'accento sull'azione decretando la (quasi) morte delle avventure punta e clicca. D'altronde ci vuole una certa predisposizione d'animo per giocarci: un marcato interesse per il racconto, la voglia di farsi catturare da atmosfere rilassate in cui l'unico ostacolo è rappresentato dall'ennesimo enigma da risolvere e non sulla classica morte del personaggio. Che, sia chiaro, può anche morire, ma è un caso raro e certamente non tipico del genere. Al giocatore, armato di tanta pazienza, spetta il compito di esplorare location, scovare e analizzare col puntatore ogni oggetto rilevante, usarlo quando necessario. Infine, dedicarsi a lunghi dialoghi con altri personaggi, scegliendo la domanda più opportuna. Normalmente la premessa di questo genere di giochi è un mistero da risolvere, un'indagine da portare a termine: lo scopo diventa quindi scoprire qualsiasi dettaglio che possa condurre verso la risoluzione della vicenda.
Nina Kalenkov decide di fare visita al padre. L'ufficio è sottosopra, un campo di battaglia: qualcosa evidentemente non va. La polizia non intende muovere un dito; Nina è preoccupata. Che fine avrà fatto suo padre? Pochi istanti prima il filmato introduttivo ci ha mostrato un misterioso tizio incappucciato poco rassicurante: tutto fa pensare a un rapimento. Bisogna darsi da fare e iniziare a indagare. Direttamente dal PC, Secret Files: Tunguska approda su Nintendo Wii, unica console - assieme al DS - che sembra in grado di ospitare questo genere di giochi. Il telecomando, col suo comodo puntatore, sarà riuscito a sostituire mouse e tastiera?

Dal rapimento del padre alla Siberia. Il viaggio di Nina sarà impervio, pericoloso e richiederà, naturalmente, un bel po' di materia grigia. L'impostazione dell'avventura è quanto di più classico si potesse chiedere. Personaggi poligonali si muovono all'interno di sfondi prerenderizzati; si può optare per l'utilizzo del solo telecomando, puntando sullo schermo per muovere Nina verso il luogo desiderato, oppure sfruttare il nunchuck per i movimenti della protagonista. Al puntatore sono affidati l'utilizzo e l'analisi degli oggetti. Con il grilletto possono essere osservati, col pulsante A utilizzati. Il sistema pensato dagli sviluppatori sfrutta principalmente questi due tasti: l'interfaccia ne guadagna in immediatezza e semplicità. La gestione dell'inventario è stata assegnata alla croce direzionale, che rende gli oggetti immediatamente visibili nella zona inferiore dello schermo. A completare il tutto il pulsante 1, che mette in evidenza le zone dello scenario con cui è possibile interagire. Quest'ultima possibilità si rivela utile soprattutto quando ci si blocca e non si riesce a intuire quale azione compiere; rischia altrimenti di levare gran parte del piacere esplorativo. C'è da dire, comunque, che gli oggetti con cui è possibile interagire si illuminano al passaggio del puntatore, facilitando la vita del giocatore. Dopotutto non siamo più di fronte al monitor del PC, che costringe per forza di cose a una visione ravvicinata: chi gioca con una console lo fa generalmente a qualche metro di distanza e certi particolari potrebbero sfuggire anche a occhi attenti. I fondali prerenderizzati, comunque, risultano ben definiti anche in questo adattamento per Wii, per nulla confusi o poco chiari quando si tratta di esplorare con lo sguardo le ambientazioni.

La domanda sorge spontanea: com'è giocare a un'avventura grafica vecchio stile su console, o meglio, su Wii? Ampiamente soddisfacente. Sulla console Nintendo il genere pare trovarsi a proprio agio: il telecomando si adatta perfettamente a questa esperienza di gioco. Vien da chiedersi perché gli sviluppatori non ne approfittino maggiormente. A parte pochi esempi (Agatha Christie: E non ne rimase nessuno, Zack & Wiki) il genere non è ancora fiorito su Wii.
La seconda domanda è altrettanto ovvia: com'è Secret Files: Tunguska? È un gioco coraggioso ma ben lontano dall'eccellenza. La trama è affascinante e spinge a proseguire, ma non sempre è raccontata in maniera impeccabile. Il doppiaggio poteva essere più curato - per la cronaca le voci sono in inglese ma i sottotitoli in italiano - e alcuni enigmi sono fin troppo macchinosi e poco logici. Il fatto che il telecomando del Wii vibri quando l'oggetto che si sta andando a combinare è quello giusto toglie gran parte della sfida: a volte, quando non si capisce cosa fare, basta scorrere un oggetto sugli altri e aspettare che il telecomando vibri per capire come procedere. In generale Secret Files: Tunguska offre un'esperienza di gioco di nicchia, fin troppo ancorata all'impostazione classica del genere. Prodotti come Broken Sword 3: Il sonno del drago hanno mostrato che è possibile aggiornare il genere con successo, eppure qui gli sviluppatori non hanno avuto l'ardore di osare. Rimanendo aggrappati a una concezione retrò delle avventure grafiche hanno fatto indubbiamente la gioia di tutti i vecchi appassionati, ma le nuove leve come reagiranno? Speriamo con curiosità: le avventure grafiche hanno ancora molto da dire, conservano intatto il fascino della tradizione e il gusto per il racconto.
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